LA STORIA DI MAX

Nel 2010 un signore anziano, accompagnato dal suo cane, giunge a “La Fattoria di Tobia”.  Il cane è ammalato, gli è stata diagnosticata la leishmaniosi e lui non sa esattamente di cosa si tratti, ma è tanto preoccupato da decidere di abbandonarlo. Non lo vuole più tenere per paura che i suoi nipotini possano esserne contagiati.  Livio, gestore del canile, cerca di tranquillizzarlo spiegandogli che la malattia è curabile e che, soprattutto, i suoi nipotini non correranno alcun rischio. Spiega che, con un cane opportunamente trattato,  la possibilità che la malattia venga trasmessa dal cane all’uomo è così remota da potersi considerare inesistente. L’uomo sembra convinto e se ne va insieme al suo cane, che viene però trovato vagante dopo qualche mese. Prelevato dai servizi veterinari, viene portato in canile ormai in condizioni disperate. In pochi mesi la malattia aveva fatto tragicamente il suo corso aggredendo gli organi interni. Nonostante le cure tempestive il cane moriva di lì a poco. Quel cane era Max.
Max,  il dispiacere di Livio per una morte che si poteva benissimo evitare, la necessità di comunicare la verità di questa malattia, la voglia di abbattere i pregiudizi, la determinazione.

Per Max e per tutti gli altri Max nasce il Progetto Leishmania Center

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